Ing. Giuliano Arbizzani
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Delegato per gli Ingegneri di Forlì-Cesena
al Comitato Nazionale Inarcassa
Precedente

Gentile collega,

è stata approvata da Inarcassa la riforma per la sostenibilità a 50 anni!!

Comincio dalla Fornero, secondo il ministro, gli iscritti delle casse privatizzate sono: privilegiati che spesso vantano contribuzioni più basse e pensioni più alte rispetto ai livelli per i comuni cittadini nel sistema pubblico Inps. (vedi articolo Corriere della Sera 25.6.2012)

Ancora sempre per la Fornero: va applicata anche per le casse una spending review all'insegna dell'efficienza e della riduzione dei costi processo che permetterà di arrivare alla auspicata fusione degli istituti in un unico soggetto. (vedi articolo Italia Oggi del 12.7.2012)

Dopodiché le casse formalmente sono private ma, secondo l'Istat, sono amministrazioni pubbliche e, quindi, sono soggette alla spending review e destinatarie dei tagli lineari che impongono di versare tali risparmi ad un apposito capitolo di bilancio dello stato.

Nella circolare del Ministro Fornero, poi, non ci sono stati allentamenti nella volontà di imporre modelli di previdenza simili a quello adottato dall’INPS, anzi si è negata la possibilità di considerare il patrimonio nel calcolo della sostenibilità a 50 anni permettendo il solo calcolo degli interessi e, obbligando, abbastanza inaspettatamente, a considerare il rendimento del patrimonio del solo 1% (al massimo) in termini reali, al netto dell'inflazione.

Secondo il ministro il patrimonio delle casse, che attualmente per Inarcassa è di circa €.5,7 mld ma che nei prossimi anni si incrementerà notevolmente, serve per sostenere la spesa previdenziale nei momenti di flessione dovuti a regole pregresse o andamenti negativi del ciclo economico.

Da questo considerando che attualmente i buoni poliennali del tesoro al netto dell'inflazione hanno un rendimento di circa il 3-4%, considerato che lo stato italiano versa sicuramente in un momento congiunturale difficile cosa si auspichi il ministro per il futuro della nostra cassa e il suo patrimonio …


Nell'ultimo anno dopo il decreto Salva Italia anche Inarcassa ha intrapreso il suo percorso verso la riforma di tipo contributivo, sono state effettuate assemblee in tutt'Italia dove il Presidente di Inarcassa Paola Muratorio ha spiegato i criteri della manovra evidenziando che la stessa sarebbe stata ritagliata sulla base delle specifiche della nostra cassa.

Negli ultimi mesi alcuni delegati hanno preparato un progetto alternativo denominato Salva Inarcassa, pure illustrato in incontri in tutt'Italia, che, però, potendosi avvalere per un breve periodo dell'ufficio studi di Inarcassa, alla fine è rimasto solo una bozza e non ha potuto incontrare i favori del Comitato Nazionale dei Delegati.


Durante la discussione e l'approvazione dei singoli articoli con i vari emendamenti, fino all'approvazione finale di tutta la manovra, nel dibattito, sono emerse diverse posizioni dei delegati, secondo le età degli stessi, e bisogna ricordare che la prevalenza dei delegati ha un età media di sessant'anni ma esiste pure una parte di delegati di circa quarant'anni che hanno presentato posizioni opposte.

I delegati più anziani sono stati tacciati di difendere i "privilegi" accumulati con il precedente sistema previdenziale, mentre, a mio avviso, i delegati più giovani si sono dimostrati meno sensibili verso le posizioni previdenziali più deboli, preoccupati di cercare di avere una pensione il più decente possibile.

In realtà, anche se sono delegato da poco tempo, ho già avuto maniera di vedere floridi professionisti della mia età, nella nostra provincia, avere problemi di salute e vedere cambiare improvvisamente le proprie aspettative, quindi, ho cercato di prestare il massimo delle attenzioni alle situazioni più deboli che sono quelle per cui si giustifica una "cassa", altrimenti basterebbe un'assicurazione.

Per i cinquantenni come me i "privilegi" accumulati non avranno un effetto sensibile sulla pensione che, in termini economici, sarà notevolmente inferiore alle aspettative del calcolo retributivo, che, per gli effetti correttivi dei pochi anni di versamenti retributivi, non si discosterà molto da un calcolo contributivo.

Nella realtà l'approvazione finale della riforma non si è discostata di molto dal progetto proposto dal C.d.A. che, secondo l'ufficio studi, verifica il crash test a 50 anni, anche se, non si è avuto il tempo, complice anche il ritardo della circolare Fornero, di redigere il bilancio tecnico attuariale.

La riforma è previsto che entri in vigore dal prossimo gennaio, salvo che i competenti ministeri non la ratifichino in tempo, però, nell'intenso lavoro svolto quest'anno dal C.d.A. e dal C.N.D., lo statuto di Inarcassa, cioè l'unica norma che conteneva tutto quanto riguardava la previdenza, è stato sdoppiato in due parti: la parte dei principi che è rimasta nello statuto e la parte delle regole d'attuazione che è stata inserita nel regolamento. Anche se la riforma ha completamente stravolto tutto è contenuta soltanto nel regolamento e, quindi, avrà una procedura di approvazione molto più rapida di quella che ha avuto l'ultima riforma (circa due anni).

Considerando i complimenti della Fornero sulla nostra riforma e l'approvazione a tempo di record da parte dei ministeri dello statuto sdoppiato, è prevedibile che anche la riforma del regolamento venga approvata a tempo di record.


Preliminarmente devo ammettere che mentre prima della riforma non avevo dubbi a dispensare consigli previdenziali, adesso essendo tutto completamente diverso ci vorrà qualche tempo per riuscire a formulare completamente i nuovi scenari.

Come nota di cronaca posso ricordare che diversi delegati, avendo maturato i requisiti per accedere alla pensione di anzianità, hanno prontamente presentato la domanda, anche se ciò implica la loro cancellazione dall'Ordine e, quindi, anche la loro decadenza da Delegato.


Passiamo alla prima infarinatura di riforma.

Evitiamo subito la teoria matematica anche se, in merito, a chi me lo chieda (sempre tramite e-mail) posso mandare eventualmente documenti di approfondimento.

Premetto che non sono previsti aumenti dei versamenti previdenziali soggettivi che rimarranno il 12,5% per crescere negli anni prossimi fino al 14,5% come già previsto dalla riforma 2008 e rimarrà il contributo integrativo al 4% ma le pensioni erogate, non ancora richieste, saranno più basse delle attuali aspettative.


NOVITÀ PER LE FATTURE

Ci sarà necessariamente, una gestione diversa del 4% che ricalcherà quella più tipica IVA.

Diverse volte ho sentito degli iscritti indignati contestare che il 4% non veniva destinato alle proprie pensioni, è vero che il 4% viene destinato alle situazioni di solidarietà, ma è anche vero che i nostri contributi soggettivi e il loro rendimento non sono in genere sufficienti a coprire quello che la cassa ci eroga e la stessa è stata in piedi fino ad ora per la crescita dei professionisti e per l'alto numero di contribuenti a fronte dei pensionati, con la previsione che il tutto funzioni per i prossimi trent'anni, ma non è realistico pensare che i professionisti crescano all'infinito.

Quindi poiché con il metodo di calcolo delle pensioni contributivo tanto dai tanto ricevi, per avere pensioni dignitose è necessario dare il più possibile, pertanto sarà chiamato a contribuire anche il 4%, con la cosiddetta "retrocessione" cioè una parte del 4%, con regole e aliquote variabili secondo le varie posizioni, andrà a finire direttamente nelle nostre pensioni.

Esemplificando se un cliente commissiona un lavoro da €.5.000,00 di parcella ad un professionista A che chiede l'aiuto di un collaboratore B che lavorano per una parcella di €.1.000,00 (A prende €.5.000,00 ma gli rimane €.4.000,00), attualmente nelle fatture di B non va messo il 4% perché comunque alla cassa A versa tutto il 4% di .5.000,00, che non va nelle pensioni, da ora in avanti A darà il 4% di €.1.000,00 a B in maniera che A verserà a Inarcassa il 4% di €.4.000,00 che andrà in proporzione nella propria pensione e B verserà a Inarcassa il 4% di €.1.000,00 che andrà in proporzione nella propria pensione, altrimenti il sistema non sarebbe equo.

Quindi dovremo versare il 4% ai nostri collaboratori e nelle dichiarazioni annuali ci sarà la complicazione di scrivere 4% ricevuto meno 4% erogato ai collaboratori e 4% rimanente da versare a Inarcassa.

NOVITÀ PER LE PENSIONI

Prorata

Le nuove pensioni saranno calcolate con il criterio prorata cioè con calcoli delle pensioni di tipo retributivo per i versamenti effettuati sino ad ora e con calcolo contributivo per i versamenti effettuati da ora in avanti.

Per il retributivo è previsto il conteggio dei migliori 25 anni su 30 previsto per il futuro a regime potendosi escludere 1 anno (ovviamente il peggiore) ogni 5 anni maturati, ma passando al contributivo, non si realizzerà (non si arriverà mai a regime).

Riguardo il pro-rata il calcolo della media redditi si modifica, potendosi escludere 1 anno (ovviamente il peggiore) ogni 5 anni maturati, mitigando la penalizzazione di chi ha meno di 25 anni di iscrizione retributiva.

Esempio:

chi ha meno di 5 anni di iscrizione retributiva non esclude anni, d'altra parte per questi “giovani” la pensione sarà prevalentemente contributiva;

chi ha almeno 5 ma meno di 10 anni esclude 1 anno dalla media redditi;

chi ha almeno 10 ma meno di 15 anni esclude 2 anni dalla media redditi;

chi ha almeno 15 ma meno di 20 anni esclude 3 anni dalla media redditi;

chi ha almeno 20 ma meno di 25 anni esclude 4 anni dalla media redditi;

chi ha almeno 25 anni esclude 5 anni dalla media redditi (come prima).

Pensione di anzianità

Lo stato per l'Inps le cancella (da Il Sole 24 Ore del 17.5 pag. 25 "Dal 1° gennaio 2012, non si può più maturare il diritto alla pensione di anzianità. Si può però ottenere la pensione anticipata … almeno 42 anni e un mese per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne. Queste soglie verranno poi aumentate di un mese per il 2013 e di un ulteriore mese per il 2014")

Inarcassa le lascerà per un periodo transitorio solo per chi, al 5.3.2010, aveva 55 anni di età (faccia domanda …).

Pensione di vecchiaia

Si andrà verso un'età unificata per la pensione di vecchiaia pari a 66 anni spostando di 3 mesi l'anno (in 4 anni si sposterebbe di 1 anno quindi si passerebbe ai 66 anni). Anzianità contributiva minima 30 anni, ma a 70 anni non vi è più anzianità minima.

Lo stato per l'Inps sempre da Il Sole 24 Ore del 17.5 pag. 25 "È prevista la graduale unificazione dell'età pensionabile a partire dal 2012: nel 2018 le lavoratrici del settore privato e quelle autonome … saranno equiparate a tutti gli altri, a quota 66 anni. Dal 2021 … a 67 anni. ….

Sarà in relazione sia dell'età minima (modificabile entro certi limiti con incentivi e penalizzazioni, comunque mai inferiore ai 63 anni e, di norma, 66 anni sempre che all'uscita si abbia almeno la pensione minima, altrimenti è obbligatorio proseguire sino al requisito predetto o sino a 70 anni di età) che dall'anzianità minima che andrà dai 30 ai 35 anni, ed ancora una tabella in ipotesi che dal 1° gennaio 2013 sia operativa la riforma (altrimenti tutto slitta relativamente alla data di approvazione)

anno        età minima       anni anzianità contributiva minima

2013        65 anni            30 anni

2014        65 e 3 mesi      30 anni e 6 mesi

2015        65 e 6 mesi      31 anni

2016        65 e 9 mesi      31 anni e 6 mesi

2017        66 anni            32 anni

2018        66* anni           32 anni e 6 mesi

2019        66* anni           33 anni

2020        66* anni           33 anni e 6 mesi

2021        66* anni           34 anni

2022        66* anni           34 anni e 6 mesi

2023        66* anni           35 anni

* l'asterisco sta ad indicare che in base all'evolversi dell’età media potranno esservi ulteriori modifiche

Come già detto l'età di pensionamento potrà essere posticipata, ed in tal caso l'incentivo è già nel coefficiente di trasformazione, oppure anticipata con la seguente penalizzazione valida solo per il 2013 (ipotesi che dal 1° gennaio 2013 sia operativa la riforma) poi ovviamente occorrerà aggiornare la tabella (infatti l'età pensionabile si sposta gradualmente sino a 66 anni, ed attenzione, qui si parla di trattamento contributivo, non retributivo come la precedente tabella).

età   penalizzazione

63      6,489%

64      3,377%

65      0 %

Ai 70 anni non è prevista l'anzianità contributiva minima, quindi sarà una finestra di possibile (sempre a domanda) uscita per tutti (ma in tal caso non si potrà usufruire dei minimi eventuali).

Pensione minima.

La pensione minima sarà di 10.423 €/anno (rivalutati) potendo vantare almeno 30 anni di anzianità contributiva, ma tale pensione minima non sarà garantita in presenza di redditi superiori a 20.000 €/anno (rivalutati).

In assenza dei 30 anni l'importo della pensione minima non potrà superare la media dei redditi professionali rivalutati degli ultimi 20 anni

Pensione minima sì entro determinati parametri ed a condizione di minimi di versamenti indipendentemente dal reddito e solo in presenza di altri redditi trascurabili o quasi (assenza di pensione minima se esistono altri redditi per 20.000 €, sempre per esempio).

Età del pensionamento.

Col contributivo l'età di pensionamento per Inarcassa potrà essere, entro certi limiti (63-70 anni), a scelta con però la condizione che la pensione raggiunga almeno certi livelli (es. 3 volte la pensione minima sociale). Naturalmente vi saranno penalizzazioni per gli anticipi (rispetto ai 66 anni) ed incentivi per i ritardi. Comunque a 70 anni, qualunque sia l'importo, si potrà andare in pensione.

Attuale pensione contributiva PPC

Per chi già oggi è già in pensione contributiva si avranno due calcoli sempre col pro-rata. Una parte col contributivo Inarcassa attuale ed una parte col contributivo Inarcassa che sarà approvato.

Totalizzazione

Totalizzazione sì, e con qualsiasi anzianità (sull'esempio dello stato) ma con delle ovvie limitazione (chi va a totalizzare presso un altro ente non potrà usufruire dell'assistenza Inarcassa etc.).

NOVITÀ PER TUTTI GLI ISCRITTI

Visto che le pensioni saranno più contenute è prevista la possibilità di effettuare versamenti facoltativi sino ad un massimo di un ulteriore 8,5% del reddito.

Tali versamenti non potranno poi più essere recuperati e non potranno essere utilizzati in compensazione con debiti contributivi obbligatori né con le relative sanzioni e interessi.

NOVITÀ PER I PENSIONATI

Ai pensionati in nome di un equità intergenerazionale sarà applicato un contributo di solidarietà dell'1% sulle pensione lorde di chi già è in pensione (col retributivo si spera) questo per gli anni 2012-2013 almeno (poi si vedrà) aumentando tale contributo dall'1% al 2% per coloro che, nonostante il pensionamento, continueranno nell'attività lavorativa.

Per chi, nonostante il pensionamento, continua l'attività professionale dopo il pensionamento è previsto il versamento del contributo minimo ridotto al 50% (che oggi invece non si paga, pagando solo l' eventuale conguaglio).

Chi oggi è in pensione e praticamente non fa nulla, pagando solo il contributo di maternità, aspettando qualche piccolo lavoretto, un collaudo, una perizia, una consulenza etc. sarà costretto a cancellarsi se non vorrà rimetterci.

NOVITÀ PER I GIOVANI ISCRITTI

Le agevolazioni per i giovani con la possibilità di versare il 50% del contributo minimo resteranno, ma poiché con il contributivo è importante versare il massimo possibile e soprattutto sin dall'inizio tale agevolazione non è più una agevolazione ma un grosso limite.

Si è previsto così un cosiddetto “premio fedeltà” nel senso che i giovani possono versare i minimi ridotti per i primi cinque anni, oppure possono versare volontariamente i minimi completi e, se si rimane iscritti alla cassa per 25 anni, anche non continuativi, al momento del pensionamento, si avranno i versamenti calcolati in maniera completa e, nel caso che fossero stati versati volontariamente già completi, saranno ugualmente maggiorati con evidente grosso beneficio visto che sono considerati versati nella fase iniziale della carriera.


Ringrazio per l'attenzione e invio i miei più cordiali saluti


Giuliano Arbizzani


Cesena, lì 31.8.2012


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