Ing. Giuliano Arbizzani
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Delegato per gli Ingegneri di Forlì-Cesena
al Comitato Nazionale Inarcassa
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Gentile collega,

ecco una circolare con una sola notizie per richiamare l'attenzione di tutti su una novità epocale che segue tutto il terremoto previdenziale aperto dalla riforma 2012.

Il tema è la ricongiunzione dei versamenti previdenziali effettuati presso un altro ente previdenziale diverso da quello che ci darà la pensione.

Come inciso, ricordarsi sempre che un libero professionista iscritto a Inarcassa che diventa dipendente iscrivendosi a Inps o Inpdap ecc..., se mantiene la partita Iva, per questa ultima quota di reddito deve fare i versamenti a InpsGs e, mentre Inarcassa si può ricongiungere a Inps o Inpdap ecc... e viceversa, InpsGs non permette il trasferimento di alcun contributo per fare la ricongiunzione e in quell'ottica i versamenti a InpsGs risultano perduti.

Perciò, quando un libero professionista valuta un offerta come lavoratore dipendente, nel bilancio economico complessivo deve mettere anche il discorso previdenziale e, in taluni casi, può essere più conveniente chiedere di essere remunerati a partita Iva invece che essere assunti e mantenere anche la partita Iva.

Tornando alla ricongiunzione bisogna ricordare il suo meccanismo com'è stato sino ad ora.

Quando un ing-arch. ha dei versamenti ad un ente previdenziale per pochi anni e poi diventa libero professionista e si iscrive a Inarcassa, per andare in pensione ha bisogno di circa 35 anni di versamenti (sto semplificando per fare capire il concetto mentre la situazione è più articolata), se non si hanno i 35 anni, trasferendo i propri versamenti dal primo ente previdenziale all'ultimo, si trasferiscono anche le corrispondenti annualità e si può maturare il diritto alla pensione che magari in caso contrario non si avrebbe.

Ora il sistema di calcolo retributivo delle pensioni, in vigore fino al 2012, generalmente è molto più premiante del calcolo dell'insieme dei propri versamenti (montante) rivalutati alla luce del rendimento che hanno ottenuto.

Pertanto la ricongiunzione dei versamenti previdenziali non è quasi mai gratuita perché il suo meccanismo (deciso dallo stato e non da Inarcassa) prevede che l'onere di ricongiunzione a carico del richiedente è pari alla differenza tra la riserva matematica (concetto di matematica finanziaria esclusivo del sistema previdenziale) necessaria a coprire il pagamento della maggior quota di pensione ed il montante dei contributi versati nelle altre gestioni.

Generalmente, quando uno ha dei versamenti a livello di dirigente, può capitare che abbia la ricongiunzione gratuita, addirittura ho visto dei casi che il montante dei versamenti è superiore alla riserva matematica della ricongiunzione e, in quel caso, Inarcassa ci guadagna perché nel trasferimento gli rimane qualche soldo in tasca.

Proprio questa settimana, poiché le mie e-mail rimangono in internet, un ingegnere mi ha scritto indignato dicendo che ha chiesto la ricongiunzione di un anno e mezzo del 1977 e Inarcassa ha calcolato un onere di 36.000€ per avere + 1800€ lordi all'anno e conclude con un "nessun commento".

Io ho risposto che non sapevo chi fosse, che non era un ingegnere della mia provincia e che, in genere, in quelle circostanze c'è possibilità di fare commenti ma che, nella sua lettera, non c'erano gli elementi che servivano.

In buona sostanza prima di spaventarsi una persona deve fare il bilancio economico della richiesta considerando:

     la propria aspettativa di vita dopo la pensione che generalmente è di circa 19 anni (che vuole dire che potrebbe campare anche di più);

     aggiungere poi che, magari, ha una moglie più giovane che godrà della reversibilità per la propria aspettativa di vita media;

     aggiungere che si possono rateizzare i versamenti fino a 36 mensilità e detrarli dai redditi magari con aliquota fiscale alta;

     aggiungere che, magari, potrebbe essere possibile, nel caso specifico, maturare la pensione a 63 anni invece che a 65 e, quindi, due anni di pensione in più, nel frattempo, pagano parte degli emolumenti;

     aggiungere che, qualche volta, questo bilancio risulta conveniente anche mettendoci gli interessi di un eventuale prestito bancario, garantito dal quinto della pensione, per arrivare a pagare la ricongiunzione.

Non bisogna nascondere che, comunque, di tutte le domande di ricongiunzione presentate a Inarcassa, una volta ottenuto il calcolo dell'onere, ne vengono sottoscritte solo una su tre perché poi, comunque, i soldi per la ricongiunzione bisogna averli.

La situazione è inoltre più complessa per tutti quelli che hanno una frammentazione dei contributi tra più enti previdenziali diversi con cinque anni qui, cinque lì, dieci la ecc.., la ricongiunzione di queste situazioni è una pratica suicida e, quindi, queste non possono maturare diritti previdenziali

Per queste ultime posizioni, ancora da prima della riforma 2012, il legislatore ha previsto l'istituto della totalizzazione, in buona sostanza l'ultimo degli enti previdenziali raccoglie tutti i montanti depositati nei vari enti ed eroga una pensione calcolata in maniera contributiva (quindi meno premiante di quella retributiva).

Bisogna ricordare che fare un calcolo contributivo dei versamenti non vuole dire pagare di meno le pensioni (anche se è così), ma pagare quello che risulta dai versamenti rivalutati per i coefficienti di rendimento usuali che è inferiore a quanto calcolato in maniera retributiva, che vuol dire, in conclusione, che le pensioni di adesso sono molto più premianti rispetto a quanto prodotto dai corrispondenti versamenti effettuati.

In termini tecnici si chiamano "contributi silenti" quelli che rimangono depositati nei vari enti previdenziali e che non generano alcuna rendita pensionistica perché non vengono ricongiunti o totalizzati.

Con la nuova ottica contributiva delle pensioni che differenzia il calcolo dei diritti previdenziali, considerando che con l'innalzamento del requisito di anzianità da 30 a 35 anni non bisogna sprecare più niente e tantomeno annualità di versamenti, per tutti coloro che hanno dei contributi silenti, che magari in passato hanno rifiutato di pagare l'onere di ricongiunzione, è stato pensato il nuovo Regolamento Riscatti e Ricongiunzioni, approvato dai Ministeri vigilanti il 29 ottobre 2014, le cui modifiche hanno effetto per coloro che presentano le domande a decorrere dal 1/1/2015, che contiene la ricongiunzione contributiva gratuita, ovviamente meno premiante di quella retributiva che, comunque, alternativamente continua a rimanere con la sua onerosità.

Fatta tutta questa introduzione, che contestualizza opportunamente tutto quanto (e che mi evita anche un sacco di telefonate di chiarimento), non aggiungo più niente ma rimando allo scaricamento delle slide ufficiali Inarcassa con il sunto del nuovo regolamento e allo scaricamento del regolamento stesso e alla notizia pubblicata in Inarcassa.

A breve altre comunicazioni.

Ringrazio per l'attenzione e invio i miei più cordiali saluti

Giuliano Arbizzani

Cesena, lì 2.12.2014

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